Ho
un rapporto altalenante con il mio capo e colleghi che non mi
facilitano la vita. Come muovermi? Carlo, Lucca.
Anche nel caso
in cui si siano verificati alcuni episodi spiacevoli, di contrasto
con il proprio superiore, un atteggiamento produttivo sarà quello di
non focalizzarsi sulle specifiche situazioni, ma di osservare il
proprio rapporto sul lungo periodo e in prospettiva delle evoluzioni
possibili.
Con alcuni dei propri referenti si riusciranno,
indubbiamente, ad instaurare rapporti migliori che con altri:
dipenderà dal tipo di personalità coinvolte e dai compiti/progetti
in riferimento ai quali ci si troverà a collaborare. Alcuni avranno
una maggiore propensione a cogliere i nostri punti di forza e le
nostre qualità, altri sembrerà tendano ad enfatizzare solamente i
nostri difetti.
In entrambi i casi, il rimanere concentrati
sugli obiettivi da raggiungere, il darsi dei tempi da rispettare e il
saper seguire un metodo di lavoro rigoroso, pagherà in termini di
soddisfazione personale e di miglioramento della relazione. La
fiducia in se stessi sarà il primo requisito per conquistare la
fiducia del superiore e per dimostrare le proprie
competenze.
L’essere sul posto di lavoro prima dell’arrivo
del capo, il sottoporgli le proprie richieste con il dovuto anticipo,
il saper gestire l’imprevisto con e senza di lui saranno
comportamenti apprezzati, da “utilizzarsi” quale base per
incentivare la possibilità di crescita.
Anche qualora si
costruisca un rapporto non strettamente formale con il proprio
superiore sarà importante il saper mantenere spazi privati,
evitando, ad esempio, di chiedere l’amicizia su Facebook. Esistono
social network meno “coinvolgenti” che consentono di seguire una
persona unicamente sul piano del suo profilo professionale e sarà su
questi ultimi che dovrà ricadere la scelta.
La lealtà e la
schiettezza restano sempre e comunque armi vincenti, soprattutto se
ci si scontri ogni giorno con ambienti mutevoli dove invidie e sgarbi
più o meno celati rischino di compromettere il nostro percorso
lavorativo e la nostra stessa immagine.